In occasione del Vertice One Planet svoltosi a Parigi nel dicembre 2017 la Commissione europea aveva lanciato il Piano di Azione per il pianeta contenente 10 iniziative innovative per rafforzare il proprio impegno per una transizione verso un’economia moderna e sostenibile basata su energie pulite, rinnovabili e sull’efficienza energetica. Da qui al 2030 la UE è impegnata a raggiungere gli ambizioni obiettivi di ridurre almeno del 40 % le emissioni di gas effetto serra rispetto ai livelli del 1990, portare almeno al 27 % la quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia ed aumentare del 27 % minimo l’efficienza energetica.
Il Piano di azione per il pianeta nello specifico prevede le seguenti iniziative:
- Il settore finanziario al servizio dell’azione per il clima
- Piano di investimenti esterni – Opportunità per l’Africa e la regione del vicinato
- Supporto per gli investimenti urbani
- Energia pulita per le isole
- Azione di sostegno strutturale per le regioni ad alta intensità di carbone e acciaio
- Gioventù europea per l’Azione per il clima
- Fondo di Investimento Smart Finance for Smart Buildings
- Quadro regolamentare per l’efficienza energetica
- Investire nelle tecnologie industriali pulite
- Mobilità pulita, interconnessa e competitiva
Tutte le iniziative hanno avuto avvio ma alcune sono in uno stadio più avanzato:
in riferimento a "Una mobilità pulita, interconnessa e competitiva", la Commissione ha presentato in maggio l'ultima serie di azioni intese a modernizzare il settore europeo dei trasporti, tra le quali spiccano: una politica integrata per il futuro della sicurezza stradale, con misure di sicurezza per i veicoli e le infrastrutture; le prime norme in materia di emissioni di CO2 per i veicoli pesanti; un piano d'azione strategico per lo sviluppo e la produzione di batterie in Europa e una strategia lungimirante sulla mobilità connessa e automatizzata. Queste iniziative sono accompagnate da un bando nell’ambito del Meccanismo per collegare l'Europa, con una disponibilità di 450 milioni di euro per finanziare progetti nazionali che contribuiscano alla sicurezza stradale, alla digitalizzazione e alla multimodalità.
In riferimento all'azione di sostegno strutturale per le regioni ad alta intensità di carbone e di carbonio che offre un sostegno specifico a queste regioni per modernizzarne il modello economico e mitigare gli effetti sociali della transizione a un'economia a basse emissioni, la Commissione, in collaborazione con sette Stati membri (Repubblica ceca, Germania, Grecia, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna), ha creato una piattaforma per le regioni carbonifere in transizione al fine di agevolare lo sviluppo e l'attuazione di progetti che possano avviare una trasformazione economicamente praticabile di queste regioni.
Nell'ambito dell'obiettivo "Investire nelle tecnologie industriali pulite", forte del proprio ruolo pioneristico nell'innovazione nel settore dell'energia pulita, la UE intende di aumentare la dotazione di Orizzonte 2020 da circa 1 miliardo di euro nel 2015 a 2 miliardi nel 2020. Nel quadro dell'iniziativa internazionale Mission Innovation a guida dell'UE, 23 grandi economie hanno compiuto progressi significativi verso l'obiettivo inteso a raddoppiare in cinque anni i loro progetti pubblici di ricerca e innovazione nel campo dell'energia pulita. Inoltre, almeno il 40 % dei progetti finanziati dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) nell'ambito del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) contribuirà agli impegni dell'UE in tema di clima e ed energia.
L’Unione promuove la Finanza sostenibile riconoscendo al mercato dei capitali e alla Finanza più in generale un ruolo cruciale nel promuovere investimenti – pubblici e privati – nel settore dell’economia sostenibile.
Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di Parigi l'UE ha bisogno di circa 180 miliardi di euro annui fino al 2030 per realizzare investimenti extra nell'efficienza energetica, nelle energie rinnovabili e nei trasporti puliti. In tale ottica ha varato nel marzo di quest’anno il piano d'azione sulla finanza sostenibile, che prevede una serie di misure, legislative e non, destinate a mobilitare finanziamenti a favore di investimenti e crescita sostenibili. Tra le prime proposte giuridiche presentate in maggio vi è quella di concordare una tassonomia su scala europea per definire univocamente ciò che è verde e ciò che non lo è: tale misura aiuterebbe gli investitori a “catalizzare” i propri investimenti su attività rispettose del clima, e consentirebbe anche lo sviluppo di etichette UE per i prodotti finanziari, le obbligazioni e i fondi verdi. Il settore finanziario dell'UE, e i mercati dei capitali in particolare, hanno le potenzialità per diventare leader mondiali su questo ambizioso fronte: la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio non solo è inevitabile, ma può anche creare nuove opportunità: già nel 2014 gli investimenti privati nei settori dell'economia circolare dell'UE erano stimati a 120 miliardi di euro, cifra equivalente allo 0,8 % del PIL, con un incremento del 58 % rispetto al 2008.
L’Unione inoltre, insieme a Francia e Nuova Zelanda è impegnata nell’aiutare la regione del Pacifico ad adattarsi alle sfide poste dai cambiamenti climatici e diventare più resiliente. Attraverso un’azione congiunta cui contribuisce con un finanziamento di 10 milioni di € promuoverà progetti in settori quali l'adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti, la governance degli oceani (compresa la pesca e l'acquacoltura sostenibili) e l'ambiente (in particolare la gestione dei rifiuti, la biodiversità e l'ecoturismo).