Per un'economia sociale di mercato dell'UE: salari minimi adeguati per i lavoratori in tutti gli Stati membri

Il 28 ottobre, la Commissione ha proposto una direttiva per garantire che i lavoratori nell'Unione siano tutelati da salari minimi adeguati che consentano una vita dignitosa ovunque essi lavorino. La proposta mira ad un impatto positivo dal punto di vista sociale, distributivo e di genere, oltre a proteggere i datori di lavoro che retribuiscono dignitosamente i lavoratori, garantendo così una concorrenza leale.

 
 
La crisi economica legata alla pandemia ha colpito in maniera particolare i settori caratterizzati da un'elevata percentuale di lavoratori a basso salario, come le pulizie, il commercio al dettaglio, la sanità e l'assistenza sanitaria, a lungo termine e residenziale. Con questa direttiva dell'UE, la Commissione vuole contribuire a garantire una vita dignitosa ai lavoratori e ridurre la povertà lavorativa, indicatori che sono considerati essenziali per una ripresa economica sostenibile e inclusiva, al di là del periodo di crisi. Se fissati a livelli adeguati, i salari minimi non solo hanno un impatto sociale positivo ma producono infatti anche benefici economici di più vasta portata, in quanto riducono la disuguaglianza salariale, contribuiscono a sostenere la domanda interna e rafforzano gli incentivi al lavoro.
Un quadro per i salari minimi nel pieno rispetto delle competenze e delle tradizioni nazionali
Il salario minimo esiste in tutti gli Stati membri dell'UE, sebbene in formule variabili. Tuttavia, nella maggior parte degli Stati membri i lavoratori risentono dell'insufficiente copertura della tutela offerta dal salario minimo.
La proposta di direttiva della Commissione crea un quadro per migliorare l'adeguatezza dei salari minimi e l'accesso dei lavoratori alla tutela del salario minimo nell'UE, nel rispetto del principio di sussidiarietà: essa stabilisce un quadro di norme minime che rispetta e riflette le competenze degli Stati membri, l'autonomia delle parti sociali e la libertà contrattuale in ambito salariale. Non obbliga gli Stati membri a introdurre salari minimi legali, né fissa un livello comune dei salari minimi.
La proposta della Commissione mira pertanto a promuovere la contrattazione collettiva sui salari in tutti gli Stati membri,  invitando i paesi a stabilire criteri chiari per la determinazione degli stessi, valori di riferimento indicativi per orientare la valutazione dell'adeguatezza e aggiornamenti periodici e puntuali dei salari minimi, inclusi strumenti di garanzia rispetto al coinvolgimento delle parti sociali nel processo.
Previste inoltre migliorie nell'applicazione e nel monitoraggio della tutela del salario minimo esistente in ciascun paese, essenziali affinché i lavoratori possano beneficiare di un accesso effettivo alla tutela offerta dal salario minimo e le imprese siano protette dalla concorrenza sleale. In questo senso, saranno introdotte relazioni annuali degli Stati membri alla Commissione sui dati relativi alla protezione dei salari minimi. 
Contesto
 
La Presidente von der Leyen ha promesso di presentare uno strumento giuridico per garantire un salario minimo equo per i lavoratori dell'Unione già all'inizio del suo mandato, e ha ribadito questo impegno nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione il 16 settembre 2020. La proposta della Commissione passerà ora al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio. In seguito all'adozione, gli Stati membri avranno 2 anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nella legislazione nazionale.
 
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