La gestione di tutti i processi di rimpatrio, riammissione e la reintegrazione rappresentano sfide comuni per l'UE e i suoi paesi partner, e rimangono elementi centrali per garantire la reciprocità e l’equilibrio nei partenariati globali con paesi terzi. Il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, presentato lo scorso settembre, sottolinea che per rendere effettivi i rimpatri occorrono da un lato procedure migliori all'interno dell'UE, che riducano la frammentazione degli approcci nazionali e rafforzino la cooperazione e la solidarietà tra tutti gli Stati membri; dall’altro, sono necessari sforzi più ampi per rafforzare la dimensione esterna della politica migratoria, lavorando non solo nel settore della riammissione, ma anche nel contrasto al traffico di migranti, nel miglioramento dell'uso dei finanziamenti dell'UE e nella promozione della migrazione legale e della mobilità.
Un sistema comune dell'UE per i rimpatri
Riconoscendo che molti degli ostacoli al rimpatrio si trovano all'interno dell'UE, il nuovo patto ha delineato misure per migliorare le procedure nazionali, tra cui la necessità di concordare la legislazione e la prossima nomina di un coordinatore per i rimpatri, che sarà sostenuto da una rete ad alto livello e lavorerà in stretta collaborazione con l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). Il coordinatore per i rimpatri riunirà i soggetti interessati nei settori del rimpatrio e della riammissione a livello degli Stati membri dell'UE e li incoraggerà a collaborare per raggiungere un obiettivo comune.
La prima analisi globale della cooperazione con paesi terzi in materia di riammissione
Il documento di valutazione della cooperazione con i paesi terzi in materia di riammissione (illustrata in un documento riservato presentato il 10 febbraio) si basa sull'ampio insieme di indicatori contenuti nel codice dei visti, che tiene conto di tutte le fasi del processo di riammissione: dall'identificazione al rilascio dei documenti di viaggio e al rimpatrio effettivo. Nella valutazione sono poi state prese in considerazione anche alcuni elementi di criticità inerenti la cooperazione in materia di riammissione quali gli ostacoli all'identificazione, il rilascio tardivo dei documenti di viaggio, il mancato rispetto dei termini o la mancata accettazione dei voli charter. Sono stati valutati, sulla base di criteri oggettivi, alcuni paesi scelti tra quelli i cui cittadini sono soggetti all'obbligo del visto per soggiorni di breve durata e per i quali l'UE ha emesso più di 1 000 decisioni di rimpatrio nel 2018. Per quasi due terzi dei paesi partner valutati, gli Stati membri qualificano come buona o media la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione. La valutazione illustra nel dettaglio la portata del dialogo dell'UE con ciascun paese e gli sforzi compiuti per migliorare la cooperazione in materia di riammissione. Per poco più di un terzo, il livello di cooperazione richiede miglioramenti. La valutazione evidenzia il valore aggiunto complessivo degli accordi
Prossime tappe
Insieme all'Alto rappresentante e agli Stati membri, la Commissione utilizzerà i risultati della relazione per discutere con i paesi partner con cui occorre migliorare la cooperazione, nel quadro dell'approccio globale in materia di migrazione. In virtù del codice dei visti riveduto, la Commissione potrebbe anche avvalersi della possibilità di proporre misure più restrittive o più favorevoli in materia di visti, tenendo conto nel contempo delle relazioni globali dell'Unione con i paesi interessati.
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Rimpatrio e riammissione: migliorare la cooperazione all'interno dell'UE e con i partner esterni
Il 10 febbraio 2021 la Commissione europea ha presentato al Consiglio la prima analisi globale della cooperazione con i paesi partner in materia di riammissione, come previsto dal codice dei visti secondo il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo presentato a settembre 2020.
Progetto di riferimento: