Referendum britannico e l'appello per il rilancio dell'Europa.

Rilancio dell'Europa con un appello di intellettuali e rappresentanti delle istituzioni europee.

 
Il 9 maggio 2016 più di quindici tra rappresentanti delle Istituzioni europee, scrittori e intellettuali hanno firmato un appello per il rilancio dell'Unione europea, attraverso la raccomandazione di sei iniziative strategiche.
Il referendum britannico sulla permanenza all'interno della UE, che si terrà il 23 giugno, risulta di certo una tappa estremamente importante per il futuro Unione. Ma al di là del suo esito, il punto di partenza risulta essere l'estremo bisogno degli europei di ritrovare slancio, al fine di evitare una marginalizzazione dell'Europa che, se permanesse lo status quo, coinvolgerebbe non solo la sfera politica ed economica, ma anche quella morale e culturale. La sfida comune risulta quindi essere la necessità di riallacciare un legame con una cittadinanza oramai disorientata, al fine di ricostruire un'Europa forte, trainante politicamente e portatrice di valori.
Per far ciò risulta quindi necessaria una strategia di vasta portata, che poggi su sei pilastri e sull'iniziativa delle istituzioni europee, la quale dovrà coinvolgere se non tutti, almeno un “nucleo duro” di Stati membri.
Il primo punto riguarda il rafforzamento della democrazia europea, attraverso la scelta del Presidente della Commissione in base al risultato delle urne. Il secondo punto concerne, invece,  un'iniziativa strategica per la sicurezza e la difesa dei cittadini dell'Unione. L'obiettivo è che gli Stati mantengano gli impegni presi in materia di sicurezza interna (Europol ed Eurojust) e che mettano in atto, sul fronte esterno, una politica delle frontiere basata su un corpo europeo di guardie di frontiera e su infrastrutture di controllo e accoglienza in linea con i nostri valori. La terza iniziativa riguarda i rifugiati.  L'accordo con la Turchia non è una soluzione a lungo termine ed i traffici prosperano su altre rotte. L'Europa dovrà quindi accogliere quei rifugiati che saranno pronti ad integrarsi con i nostri valori e creare le condizioni per il ritorno degli altri. Quarto: la piena attuazione della seconda fase del Piano Juncker, volto ad investire nei settori chiave, a stimolare l'occupazione ed a modernizzare l'economia. Il quinto punto riguarda invece la zona euro, che deve essere rafforzata sotto il profilo della crescita, della sua capacità di fronteggiare gli shock asimmetrici e di favorire la convergenza economica e sociale. Tutto ciò può esser fatto utilizzando strumenti già esistenti, come per esempio  il Meccanismo europeo di stabilità. Infine, risulta necessario un “Erasmus dei liceali”, con l'obiettivo di promuovere maggiormente il sentimento di appartenenza comune.