I paesi più performanti e con le economie digitali più avanzate sono Danimarca, Svezia, Finlandia e Olanda, seguiti da Lussemburgo, Irlanda, Regno Unito, Estonia e Belgio. L’Italia insieme a Bulgaria, Romania, Grecia e Polonia invece si colloca in fondo alla lista a conferma del fatto che deve investire ancora molto per migliorare la propria digitalizzazione.
L'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) consente di misurare i progressi compiuti dagli Stati membri dell'UE verso un'economia e una società digitali per aiutare i paesi dell'UE a individuare i settori che richiedono maggiori investimenti e interventi. Costituisce inoltre, nell'ambito del semestre europeo, uno strumento fondamentale per l'analisi delle prestazioni digitali che consente ai paesi dell'UE di discutere i loro piani economici e di bilancio e di monitorare i progressi in momenti specifici dell'anno.
Le relazioni DESI (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società) sono lo strumento mediante cui la Commissione Europea monitora la competitività digitale degli Stati membri dal 2015. L'insieme di relazioni si compone di profili nazionali e di capitoli tematici. Le relazioni nazionali DESI raccolgono prove quantitative derivanti dagli indicatori DESI sotto i cinque aspetti dell'indice, (connettività, capitale umano, uso dei servizi internet, integrazione delle tecnologie digitali, servizi pubblici digitali) con approfondimenti specifici per paese riguardanti le politiche e le migliori prassi. Un capitolo di approfondimento in materia di telecomunicazioni è allegato alla relazione di ciascuno Stato membro.
I capitoli tematici presentano un'analisi a livello europeo della connettività a banda larga, delle competenze digitali, dell'utilizzo di Internet, della digitalizzazione delle imprese, dei servizi pubblici digitali, del settore TIC e delle relative spese in R&S, nonché del ricorso ai finanziamenti di Orizzonte 2020 da parte degli Stati membri.
Al fine di migliorare la metodologia e prendere in considerazione gli ultimi sviluppi tecnologici, sono state apportate alcune modifiche al DESI per il 2019 che ora comprende:
- preparazione al 5G;
- competenze digitali superiori a quelle di base;
- competenze di base in materia di software;
- specialisti TIC di sesso femminile;
- laureati nel settore TIC;
- individui che non hanno mai usato Internet;
- social network professionali;
- frequentazione di corsi online;
- consultazioni e votazioni online;
- vendita online da parte di individui;
- big data;
- scambio di dati medici;
- ricette digitali.
Il DESI per gli anni passati è stato ricalcolato per tutti i paesi in esame, al fine di rispecchiare le modifiche sopraelencate nella scelta degli indicatori e le correzioni ai dati sottostanti. I punteggi e le posizioni in classifica dei paesi possono quindi aver subito cambiamenti rispetto alle edizioni precedenti.
L'Italia in questo contesto si colloca al 24º posto fra i 28 Stati membri dell'UE nell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) per il 2019. L'Italia è in buona posizione, sebbene ancora al di sotto della media dell'UE, in materia di connettività e servizi pubblici digitali. I servizi pubblici online e open data sono prontamente disponibili e la diffusione dei servizi medici digitali è ben consolidata. La copertura a banda larga veloce e la diffusione del suo utilizzo sono in crescita (pur se quest'ultima rimane sotto la media), mentre sono ancora molto lenti i progressi nella connettività superveloce. L'Italia è a buon punto per quanto riguarda l'assegnazione dello spettro 5G.
Tuttavia tre persone su dieci non utilizzano ancora Internet abitualmente e più della metà della popolazione non possiede competenze digitali di base. Tale carenza nelle competenze digitali si riflette anche in un minore utilizzo dei servizi online, dove si registrano ben pochi progressi. La scarsa domanda influenza l'offerta e questo comporta una bassa attività di vendita online da parte delle PMI italiane rispetto a quelle europee. Le imprese italiane presentano tuttavia un punteggio migliore per quanto riguarda l'utilizzo di software per lo scambio di informazioni elettroniche e social media.
A livello nazionale, l'Italia ha adottato la Strategia per la crescita digitale 2014-2020 e la Strategia per la Banda Ultra Larga nel marzo 2015. Nel settembre del 2016 l'Italia ha sviluppato la propria strategia Industria 4.0, ribattezzata "Piano nazionale Impresa 4.0" nel 2017, al fine di riflettere meglio l'ampia portata dell'iniziativa, includendo sia le imprese del settore dei servizi sia quelle del settore industriale. L'attuale governo ha confermato il mantenimento del piano Impresa 4.0 (con la possibilità di modificare alcune misure) e ha rinnovato il proprio sostegno alla Strategia per la crescita digitale mediante un orientamento politico ancora più attivo.
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