Pubblicato il sesto resoconto del codice di condotta online contro i discorsi d'odio in rete

La Commissione Europea ha reso disponibili i dati riguardo alla sesta valutazione del codice di condotta contro l'incitamento all'odio online.

Lo scorso 7 ottobre, la Commissione Europea ha pubblicato i risultati della sua sesta valutazione del Codice di condotta per contrastare i discorsi d'odio illegali online.
L’incitamento all’odio è infatti, secondo normativa UE, un reato anche se commesso in rete. Dal 2016 è attivo un sistema di monitoraggio dei discorsi d’odio sulle piattaforme online più diffuse come Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, TikTok e altri.
Il sesto monitoraggio è stato condotto per un periodo di 6 settimane, dal 1° marzo al 14 aprile 2021, da 35 organizzazioni che hanno presentato un campione totale di 4543 notifiche da 22 Stati membri. Le notifiche sono state presentate sia attraverso i canali di segnalazione disponibili per tutti gli utenti, sia attraverso canali dedicati accessibili solo ai segnalatori/reporter di fiducia.
I risultati mostrano un quadro allarmante. Le aziende informatiche, in 24 ore, hanno esaminato in media l’81% delle segnalazioni ricevute e, di queste, il 62,5% dei contenuti segnalati è stato rimosso.  Si tratta di risultati inferiori al 2019 e al 2020.
Più schematicamente, è emerso che:

  • Le aziende IT hanno valutato l'81% delle notifiche in meno di 24 ore, un dato peggiore della media del 2020 in cui ne venivano esaminate il 90,4%.
  • Le aziende informatiche hanno rimosso il 62,5% dei contenuti loro notificati, nel 2019 e nel 2020 il tasso di rimozione era del 71%.
  • I tassi di rimozione variavano a seconda della gravità del contenuto. Il 69% dei contenuti che incitano all'omicidio o alla violenza contro gruppi specifici è stato rimosso, mentre il 55% dei contenuti che utilizzano parole o immagini diffamatorie rivolte a determinati gruppi è stato rimosso. Nel 2020, i risultati sono stati migliori: 83,5% e 57,8%.
  • Le aziende informatiche hanno dato un feedback al 60,3% delle notifiche ricevute, dato inferiore al 2020 (67,1%).
  • In questo esercizio di monitoraggio, l'orientamento sessuale è il motivo di odio più comunemente segnalato (18,2%) seguito dalla xenofobia (18%) e dall'antigitanismo (12,5%).
  • Per la prima volta, le aziende IT hanno riportato informazioni dettagliate sulle misure adottate per contrastare i discorsi d'odio al di fuori dell'esercizio di monitoraggio, comprese le loro azioni per rilevare e rimuovere automaticamente i contenuti.

La Commissione Europea continuerà a monitorare l’attuazione del codice di condotta online e la presenza di discorsi d’odio. Il Digital Services Act (DSA) propone un quadro giuridico completo per contrastare i contenuti illegali e un sistema di regolamentazione condivisa che suppone iniziative come il Codice di condotta. 
Ulteriori informazioni sono disponibili sul portale della Commissione Europea.