Le prime misure UE per contrastare il Coronavirus

Con il deflagrare dell’epidemia da Coronavirus il supporto della UE non si è fatto attendere ed è stato prontamente messo in campo, in diverse maniere. Il primo passo è stato il lancio, il 30 gennaio, di una manifestazione di interesse destinata allo sviluppo urgente di vaccini per contrastare la diffusione del COVID-19 e sulla relativa cura e diagnostica.

Complessivamente, la Commissione ha reso disponibili 47,5 milioni di euro a valere sul fondo speciale per la ricerca di emergenza del Programma Orizzonte 2020: delle 91 proposte progettuali, un gruppo di esperti di alto livello ha selezionato, con una procedura estremamente rapida, 17 progetti cui partecipano 136 gruppi di ricerca europei. Le aree di ricerca vertono su:

  • Sviluppo di nuovi vaccini. La ricerca è incentrata sullo sviluppo di un vaccino profilattico e di un vaccino terapeutico, che saranno utilizzati rispettivamente per la prevenzione e il trattamento della malattia.
  • Test diagnostici rapidi da eseguire presso i punti di assistenza. Si prevede un'intensificazione degli sforzi per consentire ai lavoratori del settore sanitario, che si trovano in prima linea, di effettuare la diagnosi in modo più rapido e accurato, per ridurre il rischio di un'ulteriore diffusione del virus.
  • Nuovi trattamenti, per i quali viene adottato un duplice approccio. Si tratta in primo luogo di accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti attualmente in fase di preparazione (fra cui quelli basati sui peptidi terapeutici, gli anticorpi monoclonali e gli antivirali ad ampio spettro), e in secondo luogo di procedere con lo screening e l'identificazione di molecole che potrebbero funzionare contro il virus, utilizzando tecniche avanzate di modellizzazione e di calcolo.
  • Miglioramento dell'epidemiologia e della sanità pubblica, anche per quanto riguarda la nostra preparazione e la nostra risposta alle epidemie. Tali progetti devono contribuire alla messa a punto di sistemi di monitoraggio migliori per prevenire e controllare efficacemente la diffusione del virus e contribuire all'analisi delle dinamiche sociali.

Ulteriori fondi (circa 45 milioni di euro) sono disponibili sempre a valere su Orizzonte 2020, attraverso l'Iniziativa sui medicinali innovativi (IMI), un partenariato pubblico-privato tra la Commissione e l'industria farmaceutica, dal quale ci si aspetta un altrettanto significativo impegno finanziario del settore farmaceutico. Complessivamente l'importo totale dei finanziamenti per la ricerca sul coronavirus, mobilitati nell'ambito di Orizzonte 2020 e dall'industria tramite l'IMI, si stima sfiorarà i 140 milioni di €.
Numerosi progetti finanziati dall'UE contribuiscono già alla preparazione e alla risposta all'epidemia di COVID-19, come ad esempio lo European Virus Archive - GLOBAL (EVAg), il progetto PREPARE e la partecipazione della Commissione alla rete di collaborazione mondiale nella ricerca in materia di capacità di gestione delle malattie infettive (GloPID-R).
Gli interventi sopra menzionati sottolineano l’importanza dell’azione europea soprattutto alla luce del sistema di competenze previsto dai Trattati europei. Infatti, benché la competenza in ambito sanitario sia precipuamente degli Stati Membri, l’azione della UE in coerenza con l’art. 168 del TFUE, si sostanzia non solo in un’azione di indirizzo e supporto alle politiche sanitarie nazionali ma anche e soprattutto in un potere di sorveglianza, allarme e lotta contro gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero. Non esistono barriere fisiche per i virus  quindi le epidemie sono un fenomeno globale e il nuovo Coronavirus ne è un esempio!
In aggiunta ai finanziamenti specifici precedentemente menzionati, la Commissione sta promuovendo una linea d'azione comune e  vuole evitare che gli Stati membri adottino misure non coordinate o addirittura contraddittorie che, in ultima analisi, compromettano gli sforzi comuni per combattere l'insorgere del virus. Il coordinamento e le raccomandazioni sono pertanto necessari nei settori della sanità pubblica, ma anche dei trasporti, dei controlli alle frontiere, dei mercati interni e del commercio. A tal fine ha istituito un team di coordinamento a livello politico, composto dai cinque commissari responsabili per le politiche maggiormente interessate:

  • Janez Lenarčič è responsabile della gestione delle crisi
  • Stella Kyriakides è responsabile di tutti gli aspetti sanitari
  • Ylva Johansson è responsabile delle questioni relative alle frontiere
  • Adina Vălean è responsabile della mobilità
  • Paolo Gentiloni è responsabile degli aspetti macroeconomici

Il meccanismo di coordinamento delle crisi ARGUS della Commissione è stato attivato e il comitato di coordinamento di crisi si riunisce regolarmente per creare sinergie tra gli interventi di tutti i servizi competenti della Commissione e delle agenzie dell'UE.