Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l'85 % dei rifiuti marini. Sotto forma di microplastica sono presenti anche nell'aria, nell'acqua e nel cibo e raggiungono perciò i nostri polmoni e le nostre tavole, con effetti sulla salute ancora sconosciuti. Affrontare il problema della plastica è una necessità, che può dischiudere nuove opportunità di innovazione, competitività e occupazione.
Alla luce del costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari e ai danni che ne conseguono, la Commissione europea ha proposto a maggio di questo anno un ambizioso pacchetto legislativo per salvaguardare la salute di cittadini e ambienti marini che prevede misure differenziate per le diverse categorie di prodotti. Quando le alternative sono facilmente disponibili e accessibili, i prodotti in plastica monouso saranno banditi dal mercato, ed è questo il caso di bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, prodotti in plastica oxo-degradabile e contenitori per alimenti e bevande di polistirene espanso. Per altri prodotti l'attenzione si è concentrata invece sulla limitazione del loro uso riducendo il consumo a livello nazionale, sui requisiti di progettazione ed etichettatura e sugli obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti previsti per i produttori.
L'accordo recentemente raggiunto si basa sulla proposta che la Commissione ha avanzato in coerenza con la prima strategia globale sulla plastica al fine di proteggere i cittadini e l'ambiente dall'inquinamento causato dai rifiuti di plastica e favorendo al tempo stesso la crescita e l'innovazione. Le nuove norme si inseriscono nel più ampio sforzo volto a rendere l'Europa un'economia più sostenibile e circolare rispecchiato dal piano d'azione sull'economia circolare adottato nel dicembre 2015. In questo modo le imprese e i consumatori europei si configureranno come leader mondiali nella produzione e nell'utilizzo di alternative sostenibili per evitare i rifiuti marini e l'inquinamento degli oceani, affrontando un problema che ha ripercussioni a livello mondiale.
Le nuove misure permetteranno di realizzare al tempo stesso benefici economici e ambientali, quali ad esempio:
- si eviterà l'emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente;
- si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di EUR entro il 2030;
- si genereranno risparmi per i consumatori dell'ordine di 6,5 miliardi di EUR.
La direttiva sulla plastica monouso è integrata da altre misure adottate contro l'inquinamento marino, quali la direttiva relativa agli impianti portuali di raccolta, su cui il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio la scorsa settimana. Essa si occupa dei rifiuti delle navi, rivolgendo una particolare attenzione ai rifiuti marini prodotti in mare, e stabilisce misure volte ad assicurare che i rifiuti prodotti a bordo di navi o raccolti in mare siano sempre riportati a terra, riciclati e trasformati nei porti.
All'inizio di questo mese la Commissione europea ha inoltre avviato l'"alleanza circolare sulle materie plastiche", un'alleanza dei principali portatori d'interessi dell'industria che coprono l'intera catena del valore della plastica nell'ambito dei continui sforzi volti a ridurre la dispersione di plastica, aumentare la plastica riciclata e stimolare l'innovazione del mercato. L'obiettivo dell'alleanza è quello di migliorare la redditività e la qualità del riciclaggio delle materie plastiche in Europa, e in particolare di superare il principale ostacolo identificato al buon funzionamento del mercato UE delle plastiche riciclate, rafforzando la corrispondenza tra offerta e domanda di plastica riciclata.