Piano Juncker in azione: ripartono gli investimenti in Europa

A quattro anni dal suo avvio, il piano Junker vanta un bilancio più che positivo avendo superato a luglio di questo anno il suo obiettivo iniziale di 315 miliardi di €. Consistenti fondi pubblici e privati sono mobilitati per investimenti in settori strategici dell'economia dell'UE, come le infrastrutture e l'edilizia, la ricerca e sviluppo, nuove tecnologie e nuovi metodi di produzione, l'istruzione e le competenze e la transizione verso un'economia a basse emissioni di CO2

 
Il piano Juncker è stato avviato nel novembre 2014 con l’obiettivo di rilanciare l’economia promuovendo un approccio innovativo agli investimenti; tre sono i pilastri su cui si fonda:

  • il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) che mira a mobilitare gli investimenti privati mediante la garanzia dell'UE. La Commissione collabora con il suo partner strategico, il gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI);
  • il Polo europeo di consulenza sugli investimenti e il Portale dei progetti di investimento europei, che forniscono assistenza tecnica e danno maggiore visibilità alle opportunità di investimento contribuendo a tradurre in realtà i progetti proposti. Il polo è un’impresa comune con il gruppo BEI;
  • miglioramento del contesto imprenditoriale eliminando gli ostacoli normativi agli investimenti, sia a livello nazionale che a livello UE 

 Attualmente, nell'ambito del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici - sono state approvate 993 operazioni, che si stima porteranno a 360 miliardi di € di investimenti nei 28 Stati membri dell'UE, con l'obiettivo di arrivare a 500 miliardi di € entro il 2020. Grazie al sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici 850 000 piccole e medie imprese beneficeranno di un migliore accesso ai finanziamenti. In base alle stime, il FEIS ha già sostenuto più di 750 000 posti di lavoro, ed entro il 2020 ne verranno creati 1,4 milioni di nuovi, con un impatto positivo su milioni di famiglie europee.
Sia l'analisi annuale della crescita per il 2019 pubblicata nel contesto del pacchetto d'autunno del semestre europeo, sia un recentissimo sondaggio Eurobarometro  confermano che occorrono maggiori sforzi per rimuovere gli ostacoli agli investimenti in Europa; in particolare deve proseguire l’impegno comune per:

  • Eliminare le strozzature normative La Commissione ha cercato di facilitare gli scambi transfrontalieri, garantire una maggiore prevedibilità normativa e aprire opportunità di investimento senza precedenti nell'ambito della strategia per il mercato unico, del mercato unico digitaledell'Unione dei mercati dei capitali e dell'Unione dell'energia. Tuttavia è necessario procedere rapidamente all'adozione delle riforme individuate nell'ambito di queste quattro strategie a livello dell'UE, come ad esempio gli elementi costitutivi dell'Unione dei mercati dei capitali che restano da realizzare.
  • Perseguire riforme strutturali favorevoli alle imprese Nell'ambito del semestre europeo, la Commissione Juncker ha introdotto un nuovo approccio basato su un “triangolo virtuoso” di riforme strutturali, investimenti e responsabilità di bilancio. Questo approccio ha prodotto risultati, come testimoniano i progressi registrati in tutti gli Stati membri, in particolare per quanto riguarda l'amministrazione e le condizioni economiche. Tuttavia in alcuni paesi occorre dare una spinta più energica alle riforme strutturali, ad esempio per quanto riguarda l'efficienza dei sistemi giuridici.

Nella proposta della Commissione per il prossimo bilancio dell'UE a lungo termine il nuovo fondo InvestEU intende capitalizzare il successo del FEIS e punta a sbloccare investimenti per altri 650 miliardi di €, mentre il programma di sostegno alle riforme fornirà sostegno tecnico e finanziario agli Stati membri per realizzare le riforme necessarie.
 

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