La prima è stata il lancio di una consultazione pubblica nel periodo 13 novembre 2017- 23 febbraio 2018, con la quale sono stati chiamati ad esprimersi sul tema sia cittadini che persone giuridiche e professionisti del giornalismo. La consultazione ha ricevuto 2.986 contributi, di cui 2784 dai cittadini europei e 202 da operatori del settore: ne è risultato che le due principali categorie di disinformazione intenzionale in cui le notizie false hanno maggiore probabilità di causare un danno sociale sono quelle mirate a influenzare le elezioni e le politiche in materia di migrazione.
La seconda è stata la creazione a gennaio di questo anno di un Gruppo di Esperti di Alto Livello, costituito da 39 componenti rappresentanti della società civile, delle piattaforme social media, delle organizzazioni del settore dell'informazione, del giornalismo e del mondo accademico, con l’obiettivo di condurre una approfondita analisi del fenomeno e fornire le raccomandazioni e gli indirizzi utili alla Commissione per l’adozione di efficaci misure di contrasto.
La terza è stato il sondaggio di Eurobarometro condotto ad inizio febbraio su un campione di circa 26.000 intervistati da cui è scaturito che gli europei sentono una forte presenza di notizie false nell'UE e l'83 % degli intervistati ritiene che questo fenomeno rappresenti un pericolo per la democrazia. Il sondaggio sottolinea inoltre l'importanza dei mezzi di comunicazione di qualità: i partecipanti ritengono che le fonti di informazione più affidabili siano i mezzi di comunicazione tradizionali (radio 70 %, TV 66 %, stampa 63 %), mentre ci si fida di meno delle fonti di notizie online e dei siti web che pubblicano video, con un tasso di fiducia rispettivamente del 26 % e del 27 %.
Secondo il Gruppo di Esperti la disinformazione è un fenomeno complesso e come tale deve essere affrontato con un approccio multidimensionale. La stessa definizione va ben oltre le cosiddette “fake news” o notizie false, intendendosi per disinformazione tutte le forme di informazione falsa, inesatta e inaccurata finalizzata a scopo di lucro o ad arrecare un danno sociale. Tali contenuti vanno tenuti distinti da quelli prettamente illegali che circolano on line per i quali è previsto un quadro regolamentare specifico a livello europeo (vedasi notizia contenuti illegali)
Tra le raccomandazioni formulate nel Rapporto finale dal Gruppo di esperti vi è promuovere l'alfabetizzazione mediatica per contrastare la disinformazione, sviluppare strumenti che permettano agli utenti e ai giornalisti di combattere la disinformazione, difendere la diversità e la sostenibilità dei mezzi di informazione europei e portare avanti la ricerca sugli effetti della disinformazione in Europa.
Il gruppo sostiene inoltre la redazione di un codice di principi che le piattaforme online e i social network dovrebbero impegnarsi a rispettare. Tra i dieci principi chiave delineati nella relazione, le piattaforme online dovrebbero, per esempio, garantire la trasparenza spiegando come funzionano gli algoritmi che selezionano le notizie da presentare. In cooperazione con alcuni organi d'informazione europei, le piattaforme online sono anche invitate ad adottare misure efficaci per migliorare la visibilità delle notizie affidabili e attendibili e facilitarne l'accesso per gli utenti.
Il gruppo raccomanda infine di stabilire una coalizione con le parti interessate finalizzata a garantire l'attuazione, il monitoraggio e la regolare revisione delle misure concordate.
Lotta alla disinformazione on line: il Gruppo di Esperti ad alto livello formula una serie di raccomandazioni
Sul tema del contrasto alla disinformazione sul web, ovvero alla circolazione di notizie false, inesatte e/o inaccurate finalizzata a scopo di lucro o ad arrecare un pregiudizio pubblico, la Commissaria per l’Economia e la Società Digitali ha intrapreso una serie di azioni i cui esiti confluiranno in una specifica Comunicazione di prossima pubblicazione.
Progetto di riferimento: