Lavoro sommerso: una nuova piattaforma europea per scoraggiarne la pratica

Il 9 aprile 2014 la Commissione europea ha proposto la creazione di una piattaforma comune tra i paesi UE per prevenire e scoraggiare la pratica del lavoro sommerso, un fenomeno che reca grave pregiudizio alle condizioni lavorative, alla concorrenza leale e ai bilanci pubblici.

 
Secondo un'indagine Eurobarometro del 2013 sul lavoro sommerso (pdf) circa un cittadino europeo su dieci (11%) ha ammesso di aver acquistato l'anno precedente beni o servizi legati al lavoro sommerso mentre il 4% ha ammesso di aver espletato lavoro sommerso.
 
Finora il lavoro sommerso a livello UE è stato trattato in modo sporadico e non coordinato, limitato solo all'apporto di comitati e gruppi di lavoro. Dopo aver effettuato due consultazioni pubbliche per raccogliere i contributi delle parti sociali, la Commissione europea ha dunque proposto la creazione di una piattaforma europea con l'obiettivo di prevenire e scoraggiare il fenomeno.
 
La proposta prevede la partecipazione di tutti gli Stati membri alla piattaforma poiché il lavoro sommerso è un problema che li riguarda tutti ed anche perché la partecipazione congiunta di tutti i paesi dell'UE è essenziale per affrontare le situazioni transfrontaliere.
 
La nuova piattaforma riunirà tutti gli organismi di contrasto che si occupano della lotta contro il lavoro sommerso, come ad esempio gli ispettorati del lavoro e della sicurezza sociale, le autorità fiscali e quelle preposte alle politiche migratorie nonché altri stakeholder, come ad esempio i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori a livello di UE.
 
La piattaforma rafforzerà la cooperazione operativa, faciliterà la condivisione di informazioni e pratiche ottimali tra gli esperti ed esaminerà gli strumenti nazionali e dell'Unione utili per affrontare problemi comuni, nonché gli aspetti transfrontalieri
 
Per approfondimenti: Commissione europea - Comunicato stampa

 

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