Con la Decisione (PESC) 2021/509 del 22 marzo scorso, il Consiglio Europeo ha istituito lo strumento europeo per la pace (EPF – European Peace Facility). Si tratta di un istituto volto al finanziamento, da parte degli Stati membri, delle azioni comuni dell’Unione nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC) per preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale.
Tale decisione abroga e sostituisce la precedente sulla politica estera e sulla sicurezza comune (PESC) 2015/528, la quale aveva istituito un meccanismo per amministrare il finanziamento dei costi comuni delle operazioni dell'Unione europea afferenti al settore militare o a quello della difesa (Athena).
Lo strumento europeo per la pace nasce a seguito dell’accordo politico raggiunto lo scorso dicembre tra i paesi membri dell’Unione Europea. Esso fornirà un supporto economico alle azioni militari di difesa e di sostegno alla pace condotte da un’organizzazione regionale o internazionale o da Stati terzi. Tali azioni dovranno essere volte alla prevenzione dei conflitti, al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza e della stabilità del sistema internazionale.
L’EPF disporrà, nel periodo 2021 – 2027, di una dotazione economica totale pari a 5,69 miliardi di euro e sarà finanziato annualmente dai singoli stati membri. Infatti, in osservanza dell’articolo 41(2) del Trattato dell’Unione europea, nessun budget appartenente al bilancio dell’UE può esser utilizzato per operazioni militari o di difesa. Per tale ragione, appunto, lo strumento appena istituito non sarà inserito all’interno del bilancio Ue.
Gli stanziamenti annuali sono autorizzati entro i seguenti limiti massimi:
- 420 milioni nel 2021
- 540 milioni nel 2022
- 720 milioni nel 2023
- 920 milioni nel 2024
- 980 milioni nel 2025
- 1 miliardo nel 2026
- 1,132 miliardi nel 2027
Si tratta della prima misura europea volta all’integrazione delle attività di Politica Estera e Sicurezza Comune (PESC) con le misure di assistenza ai paesi terzi e alle organizzazioni regionali o internazionali. Come già detto, tale misura si sostituisce e migliora lo spettro di azione dei precedenti Fondi per la pace europea come, ad esempio, il Fondo per la pace in Africa.
Infatti, l’EPF potrà contribuire, al pari del precedente fondo, al finanziamento delle operazioni dirette dall’Unione Africana (UA) ma darà anche modo all’Unione Europea di ampliare il proprio orizzonte geografico di intervento e di contribuire al finanziamento delle operazioni di sostegno alla pace, fornendo attrezzature e infrastrutture. Ovviamente, tali decisioni saranno sempre accompagnate da approfonditi studi a riguardo con le valutazioni dei rischi e con un’accurata stima delle salvaguardie a tutela delle popolazioni locali.
Inoltre, tale decisione affiancherà lo Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale - Europa globale (NDICI), approvato negli scorsi giorni, con l’obiettivo comune di sostenere l’azione esterna dell’Ue.
A capo dello strumento è posto un Comitato composto da un rappresentante di ciascuno Stato membro dell’Ue. Il Presidente del Comitato è un rappresentante di uno stato membro che esercita la presidenza del consiglio nel proprio paese. Il comitato è posto al vertice di una struttura formata da un amministratore delle operazioni, dai comandanti di ciascuna operazione, da un amministratore delle misure di assistenza, da un contabile delle operazioni e da un contabile delle misure di assistenza.
Per ulteriori informazioni, consultare la Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, serie L 102 del 24 marzo 2021