Per dare risposte a queste domande, l’11 maggio scorso l’Associazione “Club Sidicino” e i Centri Europe Direct Roma Innovazione operativo presso il Formez PA e Caserta hanno organizzato una conferenza con la partecipazione di Claudia Salvi, Vincenzo Girfatti e Daniele Pasquinucci docente di storia delle relazioni internazionali dell’Università di Siena. Il Presidente del Club Sidicino, Nicola Salvi, ha coordinato l’incontro.
Tutti i relatori hanno sottolineato come le elezioni europee da sempre soffrano di un grave problema: l’elevato astensionismo. Nelle prime elezioni del 1979 si recò alle urne il 62% degli elettori. Quella percentuale fu considerata molto deludente. Ma il peggio doveva venire. Nelle successive tornate elettorali europee la partecipazione è infatti scesa costantemente, fino a raggiungere livelli che possiamo definire imbarazzanti. Nel 2009 e nel 2014 solo quattro cittadini su dieci – nell’intera Unione europea – hanno votato per determinare la composizione del PE. Nel 2019 si è registrato un incremento, e si è passati a poco più del 50%. Questi dati rappresentano un serio problema, perché evidentemente inficiano la legittimazione democratica del Parlamento di Strasburgo.
La mancata partecipazione alle elezioni europee appare tuttavia irrazionale e controproducente. È irrazionale, dacché i cittadini che si astengono rinunciano a determinare la composizione di una istituzione che, come detto, esercita un ruolo importante. Ma è soprattutto controproducente, perché questa sorta di “apatia elettorale” può essere interpretata come indifferenza nei confronti del processo di unificazione dei popoli europei e della sua concretizzazione politica, ovvero le istituzioni comuni europee. Può quindi fornire un argomento a quanti contestano l’Unione europea (UE) e ne mettono in discussione l’esistenza. L’UE deve affrontare sfide (e minacce) che provengono anche dall’esterno dei suoi confini, e che hanno come obiettivo quello di dividere gli Stati che ne fanno parte. Di fronte a queste iniziative, ogni cittadino dell’Unione dovrebbe pensare ai benefici inestimabili che l’unificazione europea ha prodotto nel tempo. Il primo è la pace. È qualcosa a cui siamo (fortunatamente) abituati, mentre però assistiamo al ritorno della guerra ai nostri confini. L’Unione degli Stati europei ha portato a più di 70 anni di concordia in un continente cha ha un passato fatto di scontri e conflitti sanguinosissimi. Il secondo è il benessere economico: l’UE è uno dei luoghi più prosperi del mondo. Questo risultato è anche il frutto della graduale creazione di uno spazio economico comune, che si è concretizzato definitivamente con l’istituzione, nel 1993, del mercato interno, un’area in cui le persone, le merci, i servizi e i capitali circolano liberamente. Il terzo è la stabilizzazione e il consolidamento dei sistemi democratici vigenti nei paesi dell’Unione europea.
Questo patrimonio appare ben solido. Ma sarebbe un errore pensare che sia assicurato per sempre. Al contrario, esso va difeso anche attraverso scelte concrete, quelle che ciascun cittadino europeo può compiere. Esercitare il diritto di voto nelle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno significa contribuire alla diffusione di un messaggio potente: la volontà di ciascuno di noi di preservare l’edificio comune europeo e i grandi benefici che esso ha garantito a tutti i cittadini dell’Unione.
La presentazione può essere consultata sulla pagina web dedicata all'iniziativa.
Le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Perché è importante votare per il Parlamento europeo
A partire del 1979, ogni cinque anni i cittadini della Comunità/Unione europea sono chiamati ad eleggere i loro rappresentanti al Parlamento europeo (PE). Al contempo, alla vigilia di ogni elezione europea, si organizzano iniziative volte a spiegare egli elettori che l’Unione europea non è affatto un’entità distante e che l’Assemblea di Strasburgo non è una istituzione priva di potere e competenze, ma al contrario contribuisce a produrre una legislazione che ha conseguenze dirette sulla vita quotidiana di tutti i popoli dell’Unione. Perché, dunque, è necessario compiere questo sforzo di informazione? Perché è necessario sollecitare gli elettori a esercitare il loro diritto di voto?
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