I leader europei nel marzo 2020 hanno chiesto azioni concrete per contrastare la disinformazione e per rafforzare la resilienza delle società europee, in quanto l'emergenza coronavirus è stata accompagnata da un'ondata massiccia di informazioni false o fuorvianti, compresi tentativi da parte di soggetti stranieri di influenzare i cittadini e i dibattiti pubblici nell'UE. La comunicazione congiunta analizza la risposta immediata e propone un'azione concreta da avviare in tempi rapidi.
Comprendere, comunicare, cooperare e garantire maggiore trasparenza, sono questi i capisaldi della futura azione dell'UE.
Comprendere: perchè è importante in primo luogo distinguere tra contenuti illegali e contenuti dannosi ma non illegali
Comunicare: per consentire all'UE di intensificare le proprie attività volte ad informare i cittadini sui rischi e a rafforzare la cooperazione con altri soggetti internazionali per contrastare la disinformazione
Cooperare con:
- il Parlamento europeo e il Consiglio e tra istituzioni dell'UE e Stati membri grazie all'utilizzo di canali consolidati, quali il sistema di allarme rapido e i dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi dell'UE
- i partner internazionali, compresi tra gli altri l'OMS, il meccanismo di risposta rapida del G7 e la NATO, garantendo una maggiore condivisione di informazioni, attività e migliori prassi
- i paesi terzi l'UE: con i quali potenzierà il sostegno e l'assistenza a protagonisti della società civile, media e giornalisti indipendenti nell'ambito del pacchetto "Team Europa" e rafforzerà il supporto destinato al monitoraggio delle violazioni della libertà di stampa e alle attività di sensibilizzazione per un contesto più sicuro a livello di media
Trasparenza: attraverso il monitoraggio della Commissione europea delle azioni delle piattaforme digitali ai sensi del codice di buone pratiche sulla disinformazione.
Le azioni proposte confluiranno nelle attività future dell'UE in materia di disinformazione, in particolare il piano d'azione europeo per la democrazia e la legge sui servizi digitali.