Il 9° rapporto sulla coesione mostra che la politica di coesione sta adempiendo alla sua missione di ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali in tutta l’UE. Sono stati fatti grandi passi avanti per ridurre il divario esistente tra gli Stati membri e le regioni, rafforzando il mercato unico dell’UE e assicurando che l’UE continui a investire nel capitale umano e nello sviluppo sostenibile.
Con un bilancio di 392 miliardi di euro, i programmi di finanziamento della politica di coesione per il periodo 2021-2027 continueranno a investire nella competitività dell’Europa, nelle transizioni verde e digitale, nel capitale umano e nell’inclusione sociale e nella connettività fisica e digitale, rafforzando al contempo il coinvolgimento dei cittadini
Fin dalla sua creazione, l'Unione europea si fonda su un ideale di solidarietà, pari opportunità e coesione. Per questo motivo il trattato di Roma ha fissato l'obiettivo di "ridurre le differenze esistenti tra le varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite".
L'allargamento del 2004 è emblematico del successo della politica di coesione. A 20 anni dall'allargamento del 2004, la politica di coesione dell'UE ha portato a una notevole convergenza. Nell'Europa centrale e orientale nel suo complesso, il reddito pro capite è aumentato dal 52% della media UE nel 2004 a quasi l'80% oggi. Allo stesso tempo, il tasso di disoccupazione è sceso dal 13% al 4%.
In netto contrasto con la recessione del 2009, il PIL è fortemente rimbalzato dopo lo scoppio della pandemia. Tuttavia, il ritmo della convergenza economica ha continuato a rallentare dopo la recessione del 2009. L'impatto della recessione del 2009 sulla convergenza, sugli investimenti e sul PIL è stato effettivamente importante e persistente.
In questo difficile contesto, la politica di coesione ha svolto un ruolo fondamentale nel miglioramento generale degli indicatori economici, occupazionali e sociali nell'UE. La politica di coesione svolge un ruolo fondamentale nel sostenere gli investimenti pubblici. Nel periodo 2014-2020 la politica ha rappresentato quasi il 13 % degli investimenti pubblici totali nell'UE nel suo complesso e il 51 % negli Stati membri meno sviluppati. Questi investimenti hanno rafforzato il modello di crescita europeo, stimolando la crescita economica in linea con le principali priorità politiche, dalla duplice transizione all'innovazione, alle imprese e alle competenze, dall'assistenza all'infanzia, all'istruzione e alla salute, fino alla protezione dalle catastrofi naturali. Tuttavia, permangono sfide e in ogni regione si possono trovare potenzialità non sfruttate e sacche di povertà.
I cambiamenti demografici interesseranno tutte le regioni nei prossimi decenni. Le regioni dovranno adattarsi a una forza lavoro in contrazione e a una popolazione che invecchia. Le sfide tendono ad essere più acute nelle regioni rurali e scarsamente popolate. Analogamente, è probabile che gli effetti della transizione digitale e dei cambiamenti climatici aggravino le disparità regionali nell'UE.
In questo contesto, la necessità di garantire la coesione economica, sancita dall'UE sin dal trattato di Roma del 1957, è più che mai rilevante.
La Commissione europea pubblica la nona relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale
Il 27 marzo la Commissione ha pubblicato la nona relazione sulla coesione, che presenta una valutazione dello stato della coesione nell'Unione.
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