La Commissione ha avviato, il 23 settembre 2021, dei provvedimenti nei confronti di 19 Stati membri che non hanno intrapreso le azioni necessarie per realizzare i benefici della legislazione digitale dell'UE nell'ambito dei media audiovisivi e delle telecomunicazioni.
Infatti, questi stati dovrebbero recepire nei rispettivi ordinamenti nazionali la direttiva sui servizi di media audiovisivi e il codice europeo delle comunicazioni elettroniche. A ciò, dovrebbe seguire anche un’informativa da parte degli stati nei confronti della Commissione. Le direttive in oggetto, approvate di comune accordo dagli Stati membri, sono essenziali per la transizione digitale dell'UE e avrebbero dovuto essere recepite entro la fine del 2020.
Pertanto, la Commissione UE ha avviato una procedura di infrazione nei confronti degli Stati membri che non garantiscono il recepimento delle direttive nell'ordinamento nazionale. Il termine per il recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi era il 19 settembre 2020.Nel novembre 2020 la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di 23 Stati membri. Finora, 15 Stati membri hanno notificato misure di recepimento dichiarando la loro notifica completa e altri 3 Stati membri hanno trasmesso una notifica parziale. La Commissione sta ora procedendo all'invio di pareri motivati a nove stati membri.
Allo stesso modo, il termine per il recepimento del codice europeo delle comunicazioni elettroniche nell'ordinamento nazionale era il 21 dicembre 2020. La Commissione ha inviato lettere a 24 Stati membri il 4 febbraio 2021 ricevendo risposte dalla Bulgaria e dalla Danimarca che hanno notificato il pieno recepimento entro la fine di agosto. Ad oggi 18 stati non hanno ancora dato alcuna risposta. Gli Stati membri interessati dispongono di 2 prima che la Commissione li possa deferire alla Corte di giustizia dell'UE.
La direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva AVMS) ha come obiettivo l’istituzione di un mercato unico per i servizi di radiodiffusione che sia realmente equo. Essa coordina la legislazione a livello dell'UE su tutti i media audiovisivi, comprese le emittenti televisive tradizionali e i servizi video on demand.
Attualmente, a causa dei ritardi nel recepimento, i cittadini e le imprese in Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Slovenia e Slovacchia potrebbero non essere in grado di sfruttare tutte le disposizioni della direttiva sui servizi di media audiovisivi, che:
- creano condizioni di parità per i servizi di media audiovisivi;
- garantiscono l'indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione dei media;
- preservano la diversità culturale;
- tutelano i bambini e i consumatori stabilendo norme per la protezione dei minori;
- combattono l'odio razziale, religioso e di altro tipo.
Il codice europeo delle comunicazioni elettroniche modernizza le attuali norme dell'UE rendendole più adatte alla digitalizzazione. A causa dei ritardi nel recepimento, i consumatori e le imprese in Estonia, Spagna, Croazia, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Svezia non possono beneficiare di norme che prevedono:
- regole chiare e inclusive in materia di diritti degli utenti finali comuni a tutta l'UE;
- un miglioramento della qualità dei servizi, compresa la rete 5G;
- l'armonizzazione delle norme;
- la tutela dei consumatori;
- condizioni di parità.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul Portale dell'Unione Europea.