Per tener conto della crescente importanza accordata alla protezione del clima, il titolo della disciplina riveduta cambierà, diventando disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell'energia e dell'ambiente. La disciplina proposta comprende anche norme di compatibilità relative a settori faro, quali le infrastrutture per la mobilità pulita, la biodiversità e la gestione efficiente delle risorse a sostegno della transizione verso un'economia circolare.
La disciplina in materia di aiuti di Stato per l'ambiente e l'energia consente agli Stati membri di sostenere progetti di tutela ambientale (e di protezione del clima e di produzione di energia verde) e misure volte a garantire l'adeguatezza della produzione di energia, a determinate condizioni. Scopo della disciplina è aiutare gli Stati membri a realizzare i loro ambiziosi obiettivi UE sul fronte dell'energia e del clima, contenendo al massimo i costi per i contribuenti ed evitando distorsioni indebite della concorrenza nel mercato unico.
La Commissione ha effettuato una valutazione dell'attuale disciplina nell'ambito del controllo dell'adeguatezza degli aiuti di Stato dalla quale è emerso che le attuali disposizioni della disciplina funzionano bene, sono nel complesso adatte allo scopo e costituiscono uno strumento efficace per sostenere il conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici dell'UE, limitando nel contempo le indebite distorsioni nel mercato unico.
La valutazione ha però anche rivelato che potrebbero essere necessari alcuni adeguamenti mirati, tra cui la semplificazione e l'aggiornamento di alcune disposizioni e l'estensione dell'ambito di applicazione della disciplina a nuovi settori, quali la mobilità pulita e la decarbonizzazione. Inoltre è emerso che le norme attuali potrebbero necessitare di un allineamento alle priorità strategiche della Commissione, in particolare a quelle del Green Deal europeo, e ad altre recenti modifiche normative adottate nei settori dell'energia e dell'ambiente.
In tale contesto, la Commissione propone la seguente serie di modifiche alle norme vigenti:
- l'ampliamento dell'ambito di applicazione della disciplina in modo consentire il sostegno a nuovi settori (ad esempio la mobilità pulita, l'efficienza energetica nell'edilizia, la circolarità e la biodiversità);
- l'aumento della flessibilità e la razionalizzazione delle norme esistenti;
- l'introduzione di misure di salvaguardia che garantiscano che gli aiuti siano effettivamente diretti dove essi risultano necessari per migliorare la tutela del clima e dell'ambiente, siano limitati a quanto necessario per conseguire gli obiettivi ambientali e non falsino la concorrenza o l'integrità del mercato unico;
- l'allineamento e la coerenza con le pertinenti normative e politiche dell'UE nei settori dell'ambiente e dell'energia, grazie, tra l'altro, all'eliminazione graduale delle sovvenzioni per i combustibili fossili, in particolare quelli più inquinanti, e per le quali è improbabile che la Commissione emetta una valutazione positiva alla luce delle norme sugli aiuti di Stato, a causa dei loro effetti deleteri sull'ambiente.
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